nicola201987

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  1. per il prodotto che intendi fare non è semplice il procedimento poiché la fermentazione, tranne che con livelli alti di alcol, continuerà fino alla fine degli zuccheri. se vuoi ottenere un idromele dolce o fai un prodotto che raggiunga livelli elevati di alcol con un residuo di zucchero oppure ti servirebbe filtrazione sterile per eliminare i lieviti ed impedire che vadano avanti in fermentazione. se imbottigli con zucchero residuo fai una spumantizzazione. inoltre per la limpidità l unica soluzione senza ricorrere a chiarificazione è il tempo. calcola però che rimarrà sempre leggermente torbido.
  2. ciao, lavoro come consulente agronomo e con una mia azienda apistica mi occupo della produzione di idromele spumantizzato. dalle mie esperienze posso dirti che l idromele, in base al tipo di prodotto che intendi ottenere, ha molte sfaccettature e le preparazioni possono essere svariate. le attrezzature sono identiche a quelle necessarie per la produzione della birra o di altri fermentati. calcola che lo puoi fare tranquillamente anche in Damigiana con colmatore. la sanificazione idem. in base però al tipo di prodotto che vuoi ottenere per quanto riguarda le dosi io personalmente mi affido al mostimetro ed al refrattometro per il calcolo del grado alcolico desiderato. ogni miele ha caratteristiche ed livelli di zucchero diverso. in base al tipo di prodotto che intendi fare puoi partire con un paio di kg di miele ogni 5 lt di acqua e da li aggiusti i livelli di zucchero con aggiunta di miele o acqua. calcola che in base al tipo di miele utilizzato otterrai profumi diversi. a me piace molto il castagno con un sapore deciso e tannico. con un millefiori otterrai un prodotto più fine e delicato. il miele prendilo da un apicoltore. quello del supermercato è spesso pastorizzato ed industriale. il lievito uso quello da spumante o da vino bianco e nel caso della spumantizzazione utilizzo in presa di spuma, dopo la fermentazione base, un secondo inoculo di lievito ex Bayanus apposito da spumante poiché il lievito primario arriva sfinito al termine della fermentazione della base. utilizzo inoltro dei nutrienti di fermentazione perché nel mosto non c'è né sono molti. per quanto riguarda altre aggiunte, oltre spezie varie che puoi sperimentare, una punta di citrico con limone o con acido citrico te la consiglio perché l acidità è assente nel mosto e senza il prodotto finito risulta piatto. soprattutto se intendi fare spumante l acidità è fondamentale. puoi aggiungere un limone ogni 5-10 litri di acqua. anche qui comunque puoi regolarti con il tuo gusto personale partendo da dosi più basse per arrivare al giusto grado che ritieni. spero di esserti stato utile
  3. io sto usando i miei malti per produrre whisky ed il risultato è ottimo. per la birra ultimamente preferisco acquistarli perché mi trovo meglio senza troppi problemi. sul luppolo è cosa diversa. per risparmiare diversi soldini ed avere un mio prodotto sto impiantando varietà diverse che in base all adattabilità nella mia zona sfrutterò propagando per talea o rizoma.
  4. infatti imbottiglio sempre con 5 gr litro su queste birre. 7gr sono tantini se ti fa qualche punto in più oltre allo zucchero che metti ci sta che il priming ti vada anche oltre i 9gr in bottiglia. prova a stappare un altra birra del solito lotto e vedi se è molto gasata. se ti trovi questo problema le apri tutte lasciando sgasare un po' e poi le chiudi di nuovo.
  5. magari non era buona la bottiglia oppure ti ha fatto fuori qualche zucchero in più rispetto alla fg che avevi. a me con il mio malto è capitato anche questo. soprattutto nei cambi di stagione caldi mi aumenta un po' la carbonatazione in bottiglia anche con fg basse all imbottigliamento
  6. le tostature le faccio diversamente in base a ciò che voglio. di solito in base anche alle quantità da tostare le faccio sia in forno ventilato elettrico che anche nel forno a legna dove però è più difficile ottenere temperature costanti. non li copro mai per evitare condensa sui grani. li faccio riposare per almeno un paio di settimane conservandli in sacchi traspiranti in luogo asciutto
  7. ho scritto una cosa poco chiara. controllo il germe interno per la lunghezza e non le radichette esterne. inoltre la temperatura di germinazione deve essere sotto i 18 gradi altrimenti il malto respira troppo ed oltre che consumare troppi zuccheri tende ad esser soggetto ad attacchi di funghi e batteri che sviluppano cattivo odore e ne peggiorano la qualità finale.
  8. per la Maltazione acquisto orzo possibilmente di varietà specifiche distiche. anche se già qui non è semplice perché i consorzi tendono a mischiare tutti i silos con orzi vari. l orzo deve avere almeno 6 mesi per poter aver un giuro grado di germinabilita. se lo prendi fresco non germina bene e da sapori erbacei pronunciati. il lavaggio è fondamentale perché oltre che sporco è anche spesso trattato per la conservazione. il lavaggio è lungo e conviene utilizzare molta acqua corrente per avere un ottima pulizia. inoltre i residui più leggeri assieme ai chicchi non germinabilì restano in superficie e possono essere eliminati. ottenuto un prodotto pulito lo metto a temperatura di 14-16 gradi in ammollo per 48 ore con un cambio acqua e una pausa di respirazione di 2 ore ogni 8-10 di ammollo. quando si è idratato bene raggiungendo un volume doppio lo scolo bene e lo stratifico in cassoni per un altezza variabile dai 10 ai 20cm. variabile perché in base alla stagione sviluppa più o meno calore e in questa maniera si mantiene temperature accettabili. viene mantenuto così arieggiando ogni 8 ore e se si asciuga troppo inumidendo. deve essere umido al tatto non bagnato sennò prende puzza. quando inizia a germinare controllo spesso le radichette e quando sono a 2 terzi della lunghezza totale del chicco sono pronti per l essiccamento. lo faccio spesso d estate e lo essicco al sole in un paio di giorni su graticcio girando il malto verde di continuo. una volta che è pronto ho il malto base e qui in base a ciò che voglio parto con le varie tostature con cui ottengo i vari malti
  9. il range di temperatura da 14 a 18 gradi è abbastanza ampio. se riesci a mantenere i 18 gradi un lievito per una ale va bene in generale. se scendi sotto i 16 gradi iniziano ad avere problemi di stress termico e conviene utilizzare lieviti a bassa temperatura. la questione di base è comunque lo stile che intendi fare per valutare al meglio il tipo di lievito utilizzabile. per i lieviti ad alta fermentazione puoi utilizzare una fascia riscaldante o meglio un riscaldatore di acqua per acquari. ci vuole un po' di ingegno e tempo per adattarlo al fermentatore facendolo passare dal colmatore ma con questo aiuto mantieni la temperatura costante e per i gradi che la fermentazione richiede.
  10. ciao. io lavoro con i vini e ti rispondo in base al procedimento che si può usare sugli spumanti. puoi fare la sboccatura già dopo 6-7mesi anche se più aspetti meglio è. i lieviti oltre che dall alcol, che in parte li ferma, sono anche inibiti dalle pressioni che si raggiungono in bottiglia che per un metodo classico a differenza di un prosecco o metodo charmat sono tranquillamente di 5 bar. per ottenere una bevanda non secca dopo sboccatura devi aggiungere il liqueur d'expedition con una calibrazione giusta di zuccheri e di ingredienti che vuoi aggiungere per non snaturare il prodotto. conviene con una bottiglia fare dei tagli per vedere le dosi migliori da mettere nel liqueur d'expedition. la difficoltà più grande è la sboccatura perché senza macchinetta ghiacciacollo devi essere in grado di sboccare velocemente, fare uscire bene i residui fermentativi, riportare la bottiglia in verticale chiudendo la bolla per farla smettere di schiumare, aggiungere il liqueur d'expedition e tappare. inoltre la fermentazione la devi far partire in orizzontale e nel corso del tempo devi ruotare la bottiglia e inclinarla sempre più fino alla posizione verticale. senza supporti come le pupitre non è semplice. è un gran lavoro ma da molta soddisfazione.
  11. a volte utilizzo ancora i miei malti ma in generale li acquisto. la Maltazione casalinga è particolare è un controllo di temperature, umidità ecc... non è facile da gestire. inoltre il tipo di orzo che si acquista spesso non è adatto allo scopo. comunque una soluzione non l ho trovata in generale presentano sempre una patina leggera ed hanno maggiore acidità. pur avendo queste caratteristiche le birre sono buone. queste problematiche io le lego, come dice Morrison, a processi di Maltazione in cui si ottengono malti cche per i più svariati motivi portano queste problematiche. non riguarda le infezioni il problema.
  12. sono quasi sicuramente i malti. anche io quando uso i miei ho sempre il velo in sospensione e un acidità più spiccata. con i malti comprati mai avuto problemi. vai tranquillo non impazzire.
  13. io di solito abbasso ad un terzo cioè su 300gr ne utilizzo 100 ma è una cosa soggettiva. se usi i pellet sono meglio rispetto ai fiori che occupano molto più volume e necessitano di quantità maggiori di soluzione alcolica. se hai i coni prova a sminuzzarli il più possibile. ho visto che vuoi metterlo giù subito prima di imbottigliare. io di solito lo metto al primo travaso per legare meglio la soluzione. per quanto riguarda l estrazione dell amaro e di altro tutto dipende dal potere estraente della soluzione. a 95 gradi il tempo di estrazione è molto più breve in media in 30minuti hai già estratto il meglio mentre nell altro caso vai sulle 3 o 4 ore. i tannini dei legni e le altre sostanze contenute nelle cellulose ed emicellulose oltre ai vari composti come clorofilla ecc. vengono estratti più velocemente e più marcatamente con quantità di alcol crescenti mentre con la soluzione tagliata il potere estraente è più leggero. l amaro viene estratto lo stesso ma in base ai tempi di macerazione è di poca rilevanza rispetto alla bollitura che solubilizza le resine. con una forte estrazione alcolica si calcola una media di amaro come se fosse un 15 20 minuti di gettata in bollitura. per estrarre il vero amaro andrebbe fatta una distillazione.
  14. se hai i pellet per lo stile che stai facendo prova il dry hop alcolico usi un terzo della dose di luppolo prevista del dry classico. metti 50% di acqua e 50% di alcol a 95 gradi. aspetti dalle 3 alle 4 ore poi prelevi solo il liquido con una siringa o filtri con un colino a maglia fine. metti solo il liquido in dry hop e la parte solida la conservi per metterla nella prossima cotta per sfruttare gli avanzi. ti viene un dry hop molto più marcato e soprattutto duraturo nel tempo rispetto ad un dry hop classico che già dopo 3 mesi inizia a calare. non ti estrae ulteriore amaro. con questo tipo di procedimento il tempo di maturazione è più lungo ma anche dopo un anno hai aromi di luppolo ancora freschi e marcati. valuta le quantità di alcol ed acqua in maniera tale che il luppolo rimanga sempre coperto dal liquido e se assorbe tutto aggiungi altro liquido in maniera che rimanga sempre coperturo durante l estrazione. il dry alcolico è una bomba per sentire cosa tira fuori prova al termine del estrazione a metterne qualche goccia in un bicchiere con poca acqua e senti gli aromi che tiri fuori.