Una domanda per jeanluc


jerry

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sono d'accordo con lupo, qui siamo tutti homebrewer (almeno credo),

A livello professionale entrano in gioco diverse variabili, oltre alle competenze tecniche e alle differenze di volumi che possiamo riscontrare tra HB e Birrai professionisti, bisogna anche considerare gli aspetti burocratici, le autorizzazioni, le questioni economiche, il fisco, il marketing.

Non so se qui ci siano utenti che abbiano certe competenze o che abbiano avuto tali esperienze.

Indubbiamente c'è sempre molto interesse x tutto quello che riguarda il mondo brassicolo. :D

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per non parlare di dove aprirlo...non è che domani ti svegli e dici "mi apro un birrificio vicino a casa". devi vedere se nella tua zona ci sono già birrifici e che fama hanno (non puoi certo pensare di aprirlo vicino a chessò...birrificio italiano. ti pare?)

 

ho sentito dire che la fortuna di tanti birrifici è anche dovuto al fattore acqua. chi ha una fonte vicino e la può usare sarà piu buona di quella del rubinetto o di quella in bottiglia.

invece del birrificio, che ne dici di un beer shop? secondo me è meglio.

hai molti meno problemi.

 

ciao

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Si, ma prima di quanto sopra, è fondamentale l'esperienza, se ti va a male un bidoncino da 23 litri o al massimo 40 / 50 litri non muore nessuno, ma se ti va male una cotta da 400/500 litri sai le "bucce di collo", per i siciliani, "scocci i cogghu" ed in Italiano " schiaffoni sul collo". :lol:

 

Attenzione, le improvvisazioni lasciano sempre "l'amaro in bocca". :)

 

Non pigliatemi per un "uccellaccio del malaugurio", forse nel campo delle attività imprenditoriali ne capisco un pochino, ma non tanto da mettermi al riparo dalle c.d. "bucce di collo".

 

Nel campo della birra sono tanti i fattori che influenzano il risultato, e niente va lasciato al caso, penso che sarebbe utile frequentare un master presso scuole specifiche per il settore, quantomeno. :D

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l'acqua non è affatto un problema, basta un addocitore e dei filtri al carbonio e stai più che a posto. Se vuoi esagerare la demineralizzi e ti ricrei l'acqua che più ti piace (ma non c'è bisogno di arrivare a questo)

 

Il problema è inserirsi sul mercato: ormai lo "stile italiano" è quello delle bottiglie da 75 superfighe, che per forza andranno in vendita a non meno di 7 euro, e quante può assorbirne ancora il mercato italiano?

 

Se pensi di rivendere fusti a pub e locali non è meno difficile: i gestori sono abituati all'industria che gli regala spillatori, ombrelloni, frigoriferi etc..., senza cntare che il tuo fusto non pastorizzato deve mantenere la catena del freddo ed essere consumato alla svelta. O il gestore è in grado di trattare il tuo fusto con cura (e ce ne sono pochi di gestori così) oppure ti sentirai dire che la birra non era buona, e la colpa stai certo che sarà la tua!

 

Poi ci sono gli "amici" dell'Ufficio Dogane (ex UTF) che se solo hai la sfortuna di incontrare un funzionario locale un po' stronzo, o rispettoso della legge vigente alla lettera (che è una legge pensata per l'industria praticamente inapplicabile al microbirrificio artigianale) riuscirà a farti impazzire....

 

 

 

Con questo non voglio dire che sia impossibile, solo che non è una cosa da prendere alla leggera.

 

 

 

P.S. Per chi fosse interessato a settembre parte all'Università di Perugia il primo Master italiano per Mastri Birrai (un anno o due). Poi c'è anche un corso di 2 settimane "Come diventare Birraio", sempre della Facoltà di Agraria.

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He he he!

 

Tutti senza esperienza e poi si scopre invece che sanno dare saggi consigli ! ! !

 

 

So che ci sono dei rischi per un'attività del genere, anche perchè sono già imprenditore ed in passato ho già lavorato nel campo alimentare.

 

Credo anch'io che l'ostacolo più grosso siano gli "amici" dell'Ufficio Dogane (ex UTF), infatti sto vedendo come potere sormontare il colle, devo dire abbastanza grosso.

 

Interessante il discorso de "Università di Perugia il primo Master italiano per Mastri Birrai".

 

Dove si possono prendere informazioni in più?

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Infatti per aprire un microbirrificio non cé solo bisogno di fare della buona birra ma anche da superare tante difficolta'gia'citate che in molti casi non sono realizzabili.

Qui ci sono diverse esperienze fatte con questo metodo. Se hai una ricetta valida la fai birrificare da un microbirrificio prof. e viene venduta da esso.

Naturalmente comporta delle spese per la fabbricazione in parte compensate dalla vendita della propia birra. E'un trampolino di lancio che ti da'delle informazioni necessarie per una prossima attivita'commerciale.

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Infatti per aprire un microbirrificio non cé solo bisogno di fare della buona birra ma anche da superare tante difficolta'gia'citate che in molti casi non sono realizzabili.

Qui ci sono diverse esperienze fatte con questo metodo. Se hai una ricetta valida la fai birrificare da un microbirrificio prof. e viene venduta da esso.

Naturalmente comporta delle spese per la fabbricazione in parte compensate dalla vendita della propia birra. E'un trampolino di lancio che ti da'delle informazioni necessarie per una prossima attivita'commerciale.

....ci sono micro che hanno superato brillantemente le burocrazie e le difficoltà finanziarie.....purtroppo per la qualità della birra lasciano ancora a desiderare.... nelle varie manifestazioni "ufficiali" dove le birre vengono valutate da palati esperti infatti, si notano difetti dovuti sicuramente all'esperienza. Questo è uno dei tanti motivi che ha indotto Teo Musso e altri birrai a creare Consobir, la certificazione di birra di qualità infatti, non può riferirsi a tutte le birre artigianali.

Detto questo, non voglio dire che nuovi talenti non siano dietro l'angolo e magari soffrono per mancanza di fondi......come per tutte le cose deve essere visto il progetto a lungo tempo e non solo inseguire una moda o un apparente facile guadagno.....

 

Cheers,

Andrea

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Consobir, la certificazione di birra di qualità infatti, non può riferirsi a tutte le birre artigianali

da quello che ho capito io, nenache Consobir certifica la qualità del prodotto, quanto la qualità della filiera produttiva.

 

C'e' una certa differenza.

.....hai ragione, ma per entare nel consorzio devi come dire?.....essere invitato, o meglio da quello che ho sentito direttamente da Teo, non devi essere un mestierante ma un professionista, artigiano ma professionista.

Poi la birra è anche una questione di gusto e di vendita.....se apro un brepub in zona remota posso anche fare una birra discutibile per i palati sopraffini, ma pur (quasi) sempre meglio, di birreindustrialialsaporedelmaistostato, se invece voglio vendere in bottiglia non mi posso sottrarre al giudizio del pubblico.....

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scusate se torno a parlare del corso di Perugia, ho visto il video del link postato ieri...

la cosa che balza all'occhio è che la lager che hanno prodotto è veramente molto torbida, sembra una weisse.

Un altra cosa che mi ha colpito è che considerano il mais come un vero e proprio ingrediente, sembra quasi sia rivolto ad addetti dell'industria birraria.

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scusate se torno a parlare del corso di Perugia, ho visto il video del link postato ieri...

la cosa che balza all'occhio è che la lager che hanno prodotto è veramente molto torbida, sembra una weisse.

Un altra cosa che mi ha colpito è che considerano il mais come un vero e proprio ingrediente, sembra quasi sia rivolto ad addetti dell'industria birraria.

...ti stupisce? :D ah!....il potere del denaro!!!! sponsor cerb

 

;):P

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Ho visto il filmato della cerb e non ho nessun dubbio sulla loro competenza .

La birra che vedi torbida e'perche'tolta dal fermentatore conico quindi probabilmente ancora in movimento ( il lievito e le proteine in sospenzione).

Quasi tutti i birrifici pro- che fanno la lager/pils mettono sempre una % di fiocchi di mais o riso o frumento non maltato.

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Adesso però non è che tutto quanto abbia collegamenti con Assobirra sia da buttare nel cestino. E' chiaro che i corsi di Perugia hanno un'impostazione molto "scientifica" e il target è prevalentemnte quello dell'industria birraria (soprattutto per quanto riguarda il master), questo non vuol dire che non possano essere utili per chiunque abbia interesse (dall'homebrewer al birraio artigianale).

Si parlava di professionalità.... credo che questa ci voglia anche per chi fa l'artigiano.

E guarda caso quei corsi sono in collaborazione con l'Università di Udine, che a sua volta collabora con Unionbirrai...... :)

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